“Sono io la morte e porto corona” | rassegna di stand up history sul tema dell’ineluttabile | Febbraio – Maggio 2024 Cagliari
“Sono io la morte e porto corona” – rassegna di stand up history sul tema dell’ineluttabile | Febbraio-Maggio 2024 Cagliari
Nessun titolo poteva essere più adatto per la rassegna che Trip Sardinia e l’associazione Terra Atra intendono realizzare tra Febbraio e Maggio del 2024 nella Cripta del Santo Sepolcro.
Costo per singolo spettacolo: euro 18,00 / Sconto studenti universitari: euro 15,00
Carnet 4 spettacoli: euro 50,00
Carnet 3 spettacoli: euro 45,00
Carnet 2 spettacoli: euro 30,00
– Info, prenotazioni e acquisto: (mail) info@tripsardinia.com – (whatsapp) 3920508181 – 393441781
GLI APPUNTAMENTI DELLA RASSEGNA:
DOMENICA 25 FEBBRAIO H 19.30 – “CORPI DI PIETRA”, la sfida dei pietrificatori ottocenteschi | Cripta del Santo Sepolcro, Piazza S. Sepolcro (Cagliari)
VENERDI 22 MARZO H 19.30 – “DEI SEPOLCRI”, la casa della morte | Cripta del Santo Sepolcro, Piazza San Sepolcro (Cagliari)
“Il maestro non sono io, è il cimitero, che sa tutto. Ho la morte talmente vicina che vedo la vita da ogni parte.”
Alejandro Jodorowsky
Durante la serata verranno trasmesse immagini tratte dal progetto “Ripartiamo dalla Sardegna”, dedicato al cimitero di Bonaria. e a cura di Lacanas Tv, con immagini di Marco Gallus.
VENERDI 12 APRILE – “AVRA’ I TUOI OCCHI”, L’arte e la morte + Mostra temporanea “Il senso della fine” di Andrea Lecca | Cripta del Santo Sepolcro, Piazza S. Sepolcro (Cagliari)
VENERDI 12 APRILE h 19:30 – “AVRA’ I TUOI OCCHI”, L’arte e la morte | stand up history
“Per tutti la morte ha uno sguardo. / Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.”
Cesare Pavese
Come rappresentare qualcosa che è l’assenza di tutto? La morte si è imposta agli artisti di ogni secolo come soggetto emblematico. Alcuni l’hanno trattata come una metafora, altri come la cruda rappresentazione dello sfacelo fisico, altri ancora l’hanno racchiusa in elaborate allegorie. Nei momenti di crisi sociale la morte si è fatta più vicina, è diventata un espediente creativo per incanalare angosce e premonizioni storiche. Nei periodi di stabilità invece, mentre la società rimuoveva il pensiero della morte seppellendola fuori dal suo recinto, gli artisti tornavano a tirarla fuori, come cani in cerca di prede sepolte. Se l’arte è verità, la morte non può mancare all’arte.
Venerdì 12 Aprile, nella suggestiva cornice della cripta del Santo Sepolcro, le parole di Claudia Caredda, le letture di Barbara Pilia e le selezioni musicali di Giacomo Pisano vi porteranno in un viaggio alla scoperta del rapporto tra arte e morte.
Alle 17.30 – Anticiperà lo spettacolo la mostra temporanea “Il senso della fine“, opere di Andrea Lecca – a cura di Giacomo Pisano
Andrea Lecca, il senso della fine
L’Occidente da un lato è fortemente attratto dal tema della morte, manifesta infatti un forte appetito per tutto ciò che è crime e macabro,al punto da far coniare al saggista Fabio Giovannini il termine “necrocultura”, dall’altro però ha tolto alla morte la sua stessa essenza.
In pochi si soffermano a riflettere, piangere, vegliare e ricordare se non per il tempo necessario a una frettolosa sepoltura, a un fugace saluto o ad una stretta di mano formale. Allontanare il dolore, rientrare subito nel vortice frenetico delle attività, mai mostrare debolezza, sembrano essere i dictat su cui si muove la nostra società.
La morte è stata svuotata del suo significato, e con lei, anche la vita, il cui senso è strettamente legato all’esperienza della morte, dal momento che sono filosoficamente sorelle inseparabili e biologicamente una è la semplice negazione dell’altra.Andrea Lecca guarda a questa iconografia così classica con uno sguardo inedito. Nel concept dedicato alla signora armata di falce, e di cui qui vi mostriamo una piccola selezione realizzata con pennarelli e acrilico su carta, ha fornito un punto di vista innovativo ed emozionante.
A colpire particolarmente di questo artista cagliaritano, classe 1981, sono diverse caratteristiche, prima delle quali la capacità di mantenere un tratto in apparenza semplice e ingenuo tipico del panorama artistico del Sud America.
Il secondo punto di forza delle sue opere è che sono anche vicine alla sensibilità dei maggiori esponenti dell’espressionismo, basti citare Oskar Kokoschka e Marc Chagall che del loro percorso avevano fatto terreno di indagine per il pensiero più che per l’estetica socialmente accettata. Proprio come loro Lecca non teme di osare con il colore e ci offre delle versioni della realtà filtrate dalla visione: vivide declinazioni dei mondi del possibile e forse dell’impossibile, lucide, nette, inesorabili.
Il terzo aspetto che rende questi lavori interessanti è l’utilizzo molto creativo della prospettiva, mai scontata e sempre piuttosto inusuale. Anche laddove l’artista propone un’altra iconografia celebre, la danza macabra, lo fa in un’ottica “disturbata” da linee curve che sembrano appartenere più al sogno che al quotidiano e che ci guidano in una commistione di tratti vicini all’illustrazione e anche al fumetto.
Nei dettagli di queste inquadrature così coraggiose le figure umane trovano il palcoscenico per inscenare il loro dramma, personale e collettivo, che è poi il senso ultimo del comune denominatore che è la morte.
Giacomo Pisano
VENERDI 3 MAGGIO H 19.30 – “IL SANGUE E’ VITA”, alla ricerca del sangue perduto della città
Un viaggio in musica e parole ispirato al mito del sangue foriero di vita eterna e alla figura del vampiro, intesa come metafora di un tempo fiaccato da dipendenze, indifferenza, mancanza di empatia.